In questi giorni di emergenza corona virus si intensificano le richieste di attivazione di piattaforme didattiche e di soluzioni “facili e possibilmente economiche” per le scuole. Nulla di male, si direbbe. In realtà queste improvvise richieste nascondono una insidia: credere che una piattaforma (sia essa Google Suite, Micorsoft Office, et al.) si possa allestire in pochi minuti. Nonostante l’indubbia facilità di certe procedure di attivazione (nemmeno lontanamente paragonabili a quelle che molti di noi hanno fatto con moodle et similia molti anni fa), non si può dire che l’implementazione di un learning management system sia immediatissima. E questo non tanto per ostacoli tecnici quanto per resistenze (e spesso incompetenze) degli operatori che dovrebbero usarle: docenti e discenti. Una piattaforma non è una app miracolosa che, al pari di instagram o tik tok, in pochi istanti illude l’utente di padroneggiarla.
Implementare una piattaforma significa formare i docenti, concepire la didattica in altro modo (non basta “elettrificare”), superare noie amministrative, essere competenti su temi come gdpr e privacy e, non ultimo, aver voglia di farlo al di là dell’emergenza del momento.
E allora: come superare l’impasse se non si hanno risorse, tecniche e culturali, per implementare un learning management system? A mio avviso una risposta, ed una risorsa, esiste già nelle scuole, e sono i contenuti multimediali dei libri di testo. Si, i cari libri di testo che oramai da qualche anno dispongono della loro “bella” (e meno “bella”!) controparte digitale.
Al momento non andiamo tanto per il sottile; gli esperti sanno benissimo che in alcuni casi la riduzione digitale dei libri è poco più che una semplice “digitalizzazione”, tuttavia al momento credo possa bastare. Ma perchè usare queste risorse? Ecco alcune risposte:
- sono già pronte, gli alunni in altre parole le hanno già acquistate (sì, le hanno pagate!)
- hanno il feedback del libro di testo (che in generale può essere un limite, al momento è forse una risorsa)
- sono materiali “certificati” che nel 90% dei casi risultano più affidabili di tanta paccottiglia che si trova online (certo, certo, online ci sono risorse ottime e forse superiori ai libri di testo in termini scientifici, ma siamo sicuri che la stragrande maggioranza dei docenti sappia dove e come reperirle?)
- sono materiali “completi” vale a dire offrono la stessa “esperienza utente” del libro (testo, video-se presente-, esercizi)
E allora, prima di avventurarsi in soluzioni improvvisate e probabilmente caotiche, non è forse meglio fare tesoro di quello che già si ha?
Emiliano Onori
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