In un precedente articolo abbiamo visto come portare la Didattica per Competenze in aula (qui il riferimento). Qui vedremo invece un esempio concreto.
L’idea
Dato che l’argomento legato alle sequenze narrative è uno dei più affrontati al biennio della secondaria di secondo grado (ma anche di primo), vista la sua importanza, perchè non renderlo meno teorico e più pratico mediante un approccio operativo? Ad esempio:
Siamo la redazione Einaudi. Abbiamo ricevuto le bozze di uno scrittore di racconti per ragazzi. Tuttavia il target di riferimento non sono adolescenti di 14/16 anni ma ragazzini di 8/10. Problema: dobbiamo rivedere molte “sequenze narrative” per renderle accessibili ad un pubblico di preadolescenti
Competenze coinvolte
- Individuare nessi e relazioni
- Saper lavorare in gruppo
- Risolvere problemi
- Competenza metalinguistica (ex competenza in madre lingua)
L’implementazione in aula
Come favorire questo approccio “per problemi”?
FASE 1: Innanzi tutto è opportuno selezionare brani, da libro di testo, che possano prestarsi ad una riscrittura; pensiamo a scelte antologiche di Calvino, ad esempio, sempre molto presenti nei testi di scuola. A quel punto l’insegnante, dopo una brevissima spiegazione delle sequenze (brevissima altrimenti siamo sempre all’interno della lezione frontale), invita gli alunni a individuare le sequenze presenti nei brani originali. Questo momento serve per mettere subito in pratica quanto appreso e, anzi, per apprendere facendo (learning by doing).
FASE 2: Ora la classe è (più o meno!) pronta per una ri-scrittura; il docente individua alcuni brani e chiede di modificarli perchè divengano accessibili ad un pubblico di ragazzini. Quindi, ad esempio, una lunga sequenza descrittiva può essere suddivisa in più sequenze, magari caratterizzate da un lessico più semplice e comprensibile. In tal modo non si lavoro solo sulle sequenze ma anche su sintassi e lessico. L’insegnante assegna alcuni brani identici per tutti, altri diversi. Si consiglia di far lavorare gli studenti in gruppo, ovviamente con la supervisione del docente (che, verosimilmente, affiancherà massimo 1 o 2 gruppi durante il lavoro).
FASE 3: Terminata la ri-scrittura, si dà lettura dei brani. Qui ciascun gruppo motiverà le proprie scelte e gli altri gruppi avanzeranno eventuali dubbi, osservazioni, critiche.
La valutazione
Come valutare questo tipo di lavoro? Il docente potrebbe predisporre una rubric su quattro livelli:
-livello 1: non ancora raggiunto
-livello 2: raggiunta competenza base ma con aiuto del docente
-livello 3: competenza raggiunta in autonomia
-livello 4: competenza raggiunta mediante riflessione personale, motivata e critica
E gli indicatori di tale rubric potrebbero essere:
– Individuazione delle sequenze
– Riscrittura delle sequenze
– Uso/modifica del lessico appropriato
Qui la rubric scaricabile e modificabile
Consigli
Ecco alcuni consigli per chi volesse sperimentare questo approccio:
- Visionare in anticipo i testi da ri-scrivere
- Far lavorare gli studenti in gruppi (max 3 alunni) e supervisionare almeno 1 o 2 gruppi mentre lavorano
- Far motivare le proprie scelte ai gruppi e lasciare spazio al dibattito finale
- Promuovere l’autovalutazione mediante la Rubric
Laboratorio
E’ possibile far svolgere il lavoro proprio sull’incipit de “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, qui scaricabile in pdf.
Conclusioni
Naturalmente questo non è che uno dei tanti modi di far lavorare per competenze. In cosa si differenzia dalla didattica tradizionale:
- Nella didattica tradizionale il docente spiega e assegna esercizi in aula: gli alunni individuano, non scrivono
- Nella didattica tradizionale gli esercizi si svolgono senza il docente e senza l’apporto dei pari
- Nella didattica tradizionale di norma non c’è spazio per il dibattito finale
- Nella didattica tradizionale di norma l’alunno non fa metacognizione compilando una rubric valutativa
A breve altri esempi per altre discipline.
Emiliano Onori (docente e formatore)
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