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Fare entrare il sociale e le soft skill in aula col Service Learning

Introduzione

Si sente sempre più spesso parlare di Service Learning, ma cosa è esattamente? Si tratta di un approccio didattico che coniuga “apprendimento” e “servizio” (per lo più sociale) reso alla comunità. Espresso in questi termini potrebbe confondersi con una sorta di volontariato, ed infatti questo è uno degli equivoci più diffusi in merito a tale pratica didattica. Tuttavia, sebbene il Service Learning condivida i valori del volontariato (attenzione sociale, sensibilità per l’altro, interesse per la comunità), non coincide con esso, ed essenzialmente per un motivo: nel Service Learning l’obiettivo è comunque l’apprendimento, aspetto che nel volontariato è decisamente secondario o, al più, subordinato all’attività da svolgere.

Elementi costitutivi del Service Learning

Vediamo ora quali sono gli aspetti che più di tutti caratterizzano il Service Learning. Possiamo individuarne tre:

  1. Ruolo attivo e primario degli studenti. Quando si progetta una attività sociale che abbia una ricaduta di apprendimento (ad es. la creazione di gruppi di studenti che facciano da guida turistica) occorre mettere al centro sempre il ruolo degli allievi, sia nella scelta della attività da svolgere, sia nella sua pianificazione, esecuzione e valutazione finale
  2. Le attività da realizzare devono rispondere ad un reale bisogno della comunità. Non tutte le attività si prestano al Service Learning. Occorre dare assoluta precedenza a quelle che in qualche modo possano dare risposte a dei bisogni concreti e reali espressi dal tessuto sociale in cui è innestata la scuola. Da questo punto di vista il Service Learning può dar luogo ad un vero apprendimento “situato”.
  3. L’azione solidale deve essere parte integrante dell’apprendimento e non una sua ancella. Questo è l’aspetto inizialmente più difficile da prevedere e progettare; ogni azione sociale promossa dal Service Learning dovrebbe integrarsi alla pari con l’apprendimento che essa promuove ed implica, e non esserne mero pretesto e scusa.

A che serve il Service Learning

Dopo aver chiarito, in estrema sintesi, cosa sia il Service Learning, vediamo in che modo possa risultare utile come pratica didattica. Innanzi tutto occorre premettere che si tratta di una “Metodologia Didattica Attiva”, vale a dire un approccio che vuole mettere al centro dell’apprendimento lo studente nella costruzione del suo sapere e, in particolare, nella elaborazione dei bisogni della sua comunità di appartenenza. Anche in questo caso potremmo esemplificare in tal modo:

  1. Il Service Learning serve a far sentire i ragazzi protagonisti del proprio processo di apprendimento;
  2. Il Service Learning ha anche lo scopo di farsi carico dei bisogni dell’altro e di cercare, in qualche modo, di risolverli;
  3. Il Service Learning ha pure l’obiettivo di far comprendere che l’apprendimento è significativo quando è situato in un contesto reale e non simulato e quando coinvolge il vissuto dell’allievo.

La “carta di identità del Service Learning”

Italo Fiorin, uno dei massimi esperti italiani del tema in oggetto, parla di “carta di identità del Service Learning”, enucleando alcuni aspetti che non dovrebbero mancare in un percorso di “apprendimento e servizio”. Vediamo quali:

  1. Curricolare: l’argomento didattico oggetto del servizio deve rientrare nella normale programmazione annuale del docente, non si tratta quindi di fare “altro”, ma di fare “lo stesso” in “altro” modo;
  2. Interdisciplinare: un valido percorso di Service Learning non può che toccare vari ambiti, anche se non necessariamente varie discipline; in tal senso occorre quindi dedicare attenzione non solo ai tradizionali contenuti ma anche ai legami con altre discipline o con le cosiddette soft skills;
  3. Orientato alle Competenze: l’apprendimento che deriva da questo approccio non ha come obiettivo primario i contenuti, ma le competenze che coi contenuti vengono messe in campo;
  4. Orientato all’apprendimento significativo: un buon Service Learning coniuga partecipazione, emozione, vissuto, impegno, interesse, competenze e motivazione, aspetti che possono trasformare in “significativo” un apprendimento altrimenti piuttosto neutrale;
  5. Orientato al Cambiamento: quello che si impara e si fa col Service Learning non è solo un sapere ma un agire. In altre parole questa metodologia non vuole veicolare solo contenuti, ma tramite contenuti agire sulle pratiche dello studente e quindi del cittadino;
  6. Partecipato: per sua natura un apprendimento come quello in questione non può essere realizzato in solitudine ma richiede un doppio binario di partecipazione: tra pari, cioè col gruppo classe, e tra il proprio gruppo e la comunità;
  7. Responsabilizzante: i contenuti e le pratiche messe in atto in un percorso di Service Learning hanno, tra gli altri, lo scopo di responsabilizzare gli allievi alle problematiche e alle dinamiche sociali del territorio e della comunità in cui vivono, pertanto hanno lo scopo di rendere gli studenti partecipi e responsabili;
  8. Collaborativo: come detto sopra, un percorso di Service Learning richiede collaborazione, anzi la collaborazione è la sua propria essenza.

Le fasi di un Service Learning

Compresi dunque principi e caratteristiche del Service Learning è il momento di vederne le fasi di attuazione. Esse sono cinque:

  1. Motivazione: occorre chiedersi perchè si vuole fare una azione piuttosto che un’altra. Qui gli studenti, in raccordo coi bisogni del territorio, sono veramente partecipi della costruzione del loro percorso;
  2. Diagnosi: occorre capire quale possa essere la criticità sociale che la comunità sta evidenziando, in tal modo sarà possibile pianificare al meglio l’intervento;
  3. Ideazione e Pianificazione: è necessario pianificare l’intervento da realizzare, riflettendo su possibilità, rischi, incognite, vincoli, possibilità. Questo aspetto è coordinato dal docente ma di nuovo mette al centro studenti e comunità;
  4. Esecuzione: dopo aver pianificato è arrivato il momento dell’intervento che potrà avere una durata variabile in base a molti fattori (obiettivi, tempi, eventuali finanziamenti, partecipazione di soggetti esterni, etc.)
  5. Chiusura e Valutazione: dopo aver terminato l’intervento è assolutamente importante un momento di riflessione non solo sui contenuti appresi ma anche sulla qualità dell’intervento e sull’impatto del cambiamento.

Stato dell’arte in Italia ed Esempi

Cosa si sta facendo in Italia in merito al Service Learning? Oltre a parlarne (invero non molto!), poco, molto poco. Al momento grande è l’enfasi per l'”alternanza scuola-lavoro” che è ben altra cosa. In ogni caso alcune realtà si stanno muovendo nella direzione segnalata dal Service Learning. In particolare c’è un tavolo aperto al Miur che prevede la presenza di tre regioni (Toscana, Calabria, Lombardia) e il coordinamento del prof. Italo Fiorin, poi c’è la regione Lombardia, particolarmente sensibile al tema, ed infine la scuola di Alta Formazione della Lumsa, dedicata proprio al Service Learning (qui maggiori dettagli).

E proprio grazie all’impegno della Lumsa è possibile prendere visione (qui) di alcuni interessanti progetti già svolti di Service Learning.

I Vantaggi del Service Learning

Come tutte le Metodologie Didattiche Attive anche il Service Learning non si adatta a tutti i contesti e a tutti gli argomenti, anzi, vista la sua apertura “oltre l’aula” (per citare un importante testo di Italo Fiorin), è opportuno valutare bene prima tutti i pro e contro che esso può generare. In ogni caso alcuni vantaggi sono innegabili, tra i più significativi:

  • Maggiore senso di responsabilità sociale
  • Migliore relazione con gli altri
  • Più attenta sensibilità alle diversità culturali
  • Apprendimento situato quindi più significativo
  • Più stretta relazione docente-allievo
  • Clima scolastico più disteso.

Conclusioni

Il Service Learning è un approccio didattico che, in una società ipercomplessa e sempre più individualista, merita la nostra attenzione. Diversamente dall’alternanza scuola-lavoro, che tanto fa discutere, esso si concentra sui bisogni di una comunità, bisogni che sempre più spesso rischiano di essere marginalizzati o, peggio ancora, cancellati, in luogo di una narrazione ottimisticamente colpevole. La scuola che intraprende percorsi di Service Learning vuole rimettere la cultura, ma anche la formazione e l’educazione, al centro delle relazioni sociali, oggi sempre più minacciate da dinamiche commerciali e di profitto.

 

Emiliano Onori

designdidattico.com
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Mi chiamo Emiliano Onori, sono insegnante di italiano e latino e formatore. Vivo nella provincia di Perugia ma insegno in quella di Arezzo. Leggi tutto

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