Questo esperimento di flipped classroom aveva un obiettivo chiaro: vedere quanto possa spingersi oltre questa metodologia, vedere, in altre parole, se essa possa essere adatta a tematiche molto complesse (come appunto quella in oggetto). L’esperimento ha dimostrato che la classe capovolta mostra forti limiti quando ci troviamo dinnanzi a tematiche piuttosto difficili in cui la spiegazione del docente, ad esempio nell’accompagnare la lettura antologica, deve essere costante e non può essere sostituita da un video, per quanto completo.
In un certo senso questa esperienza didattica voleva essere una sorta di provocazione, un portare al “punto di rottura” una modalità (capovolta) che, almeno per chi scrive, è molto funzionale fintanto che si muove su contenuti limitati e piuttosto semplici. Per altri aspetti forse la lezione frontale e partecipata è ancora preferibile.
Veniamo al modulo. La questione centrale (già molto complessa in sè) è quella della “tecnica” in Heidegger, e la connesse eredità dal pensiero nicciano. A spiegarla c’è un testo dell’autore (in traduzione italiana), un video di Vattimo ed una serie di domande guida che, nei limiti del possibile, cercano di coinvolgere il “vissuto” degli studenti nell’ambito del tema in oggetto. Infine è presente una spiegazione dalla “viva” voce di Heidegger.
Le maggiori difficoltà riscontrate nell’attuazione del modulo sono state:
- comprensione del testo antologico (tratto da M. Heidegger – La questione della tecnica in Saggi e discorsi – Mursia)
- rapporto tra “tecnica” in Heidegger e in Aristotele
- comprensione riferimenti di Vattimo (la cui video lezione è per un pubblico accademico)
Ecco il modulo
Emiliano Onori
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