Negli ultimi anni, grazie anche al Piano Nazionale Scuola Digitale, abbiamo assistito ad un proliferare di formazione, il che è un dato tutto sommato positivo. Molta di questa formazione tuttavia è apparsa spesso improvvisata oppure centrata unicamente sulle tecnologie o, peggio ancora, sulle ultime “miracolose” app didattiche.
Questo tipo di approccio ha creato due ordini di difficoltà: ai docenti più esperti nelle nuove tecnologie non ha dato che un elenco di siti web da inserire nei già “affollati” preferiti; ai docenti meno abituati all’uso delle tecnologie ha comunicato la convinzione che il digitale nella didattica sia poco più che una curiosità, se non una distrazione.
Ovviamente ci sono stati e ci sono tuttora ottimi e lungimiranti esempi di integrazione positiva ed efficace, sia nei corsi in presenza che in quelli online.
In questo contributo però vogliamo fornire un approccio diverso (forse non per tutti “nuovo”) alla formazione docenti. Detto in breve: non ci si concentra più unicamente su un aspetto, siano le metodologie, contenuti o tecnologie, ma su tutti contemporaneamente.
Vediamo quali limiti infatti presenta una formazione troppo focalizzata su:
- METODOLOGIE: concentrare tutta l’attenzione di un corso unicamente sulle metodologie può far perdere di vista l’applicabilità pratica di un approccio. Un corso, ad esempio, volto alla formazione sulla “classe capovolta”, oppure sulla “didattica cooperativa”, rischia di concentrare tutta l’attenzione su aspetti anche importanti (come si crea un video? come metterlo online? come fare gruppi efficaci per una didattica cooperativa?) ma che col tempo un docente imparerà da solo a gestire in base al proprio gruppo classe. Esasperare d’altronde tutti i pro e contro del debate (o magari della peer education o del problem based learning) rischia di divenire un dibattito accademico, astratto e poco operativo
- CONTENUTI: i corsi di aggiornamento, sino all’avvento delle nuove tecnologie, erano più che altro centrati sui “contenuti”. Questi di solito risultano tra i più sensibili alle abilità oratorie dei formatori; essendo basati su nozioni, se queste vengono veicolate in modo noioso e monocorde, rischiano di non affascinare. Inutile dire che questo tipo di aggiornamento è per altro quasi sempre svolto in modalità frontale. Tali approcci erano (sono?) spesso tenuti da docenti universitari, quindi l’ulteriore rischio è che vengano proposti argomenti affascinanti in sè ma poco usabili in aula. Infine: una formazione sui soli contenuti è forse l’unica che può essere svolta in totale autonomia con…un buon libro! Se dunque non c’è valore aggiunto nel processo di formazione, che appunto spesso si riduce ad una trasmissione di informazioni, allora l’alternativa “libro” appare decisamente meno dispendiosa in termini di tempo e denaro!
- TECNOLOGIE: amore e odio dei corsisti, i corsi centrati sulle tecnologie sono spesso molto divisivi. Amati dai docenti più disponibili ad ospitare le “nuove” tecnologie, odiati da quelli più tradizionalisti, tali approcci creano spesso “guerre di religione” (apocalittici e integrati) ormai decisamente anacronistiche. Altro svantaggio: se le tecnologie non sono messe al servizio di un solido “discorso didattico” allora tendono o a “elettrificare” l’analogico oppure a divenire il “fine” in sè della formazione, il che non è auspicabile. Senza contare che in molte scuole internet stabile (non diciamo “veloce”) è ancora un miraggio…
Dunque: quali nuovi scenari? Una possibile “terza via” potrebbe essere l’approccio integrato di: metodologie + contenuti + tecnologie!
Detto in questi termini ovviamente non appare nulla di nuovo, nè vuole essere un uovo di colombo. Tuttavia un approccio di questo tipo presenta una serie di innegabili vantaggi, vediamoli:
- METODOLOGIE: in questo frangente non vengono indagate tutte le fattispecie di una metodologia didattica, ma solo gli aspetti essenziali ad implementarla in classe per uno specifico progetto. Niente disamine bizantine sui pro e contro del debate, dunque, ma una serie di indicazioni pratiche, sulla base delle quali il docente, se vorrà, potrà in futuro apportare integrazioni o modifiche.
- CONTENUTI: anche qui si forniscono solo i contenuti essenziali al progetto, non quindi infinite bibliografie di difficile reperibilità o elenchi di video più o meno attinenti, ma solo e unicamente: articoli, video, interviste, dati, eventualmente testi, utili al progetto didattico. Questi materiali sono ovviamente già vagliati dal formatore sicchè ai docenti non resta che usarli serenamente.
- TECNOLOGIE: “la tecnologia che funziona non si vede”, ecco questa è la massima che potrebbe accompagnare questo frangente. Il formatore quindi avrà la cura di fornire dettagli tecnici solo e soltanto degli aspetti che saranno realmente necessari al progetto didattico. Un esempio pratico: condividere i dati in cloud. Esistono mille modi per farlo: da google drive a microsoft onedrive, da dropbox a mega, da edmodo a G suite… insomma tutte modalità alla fine efficaci, ma che risulta del tutto inutile elencare coi singoli pro e contro (a meno che non sia un corso sul cloud). Quindi il formatore fornirà un solo metodo di condivisione dei materiali, nella convinzione che se i docenti dovessero ritenerne più utile un altro, lo sceglieranno da soli in un secondo momento.
Un approccio nuovo, dunque? Forse per molti non lo sarà, ma a giudicare dai commenti che spesso i docenti-corsisti rilasciano al termine di un percorso di formazione, questo approccio tornerà utile a più di un corsista (e forse a più di un formatore).
Ma per essere operativi forniamo un esempio concreto, centrato su #AGENDA 2030 dal tema “Acqua Pulita e Igiene (goal6)
- METODOLOGIA: Flipped classroom. In questo frangente il docente-formatore mostrerà come implementare in classe tale modulo didattico, nello specifico i principi della classe capovolta, i passaggi che è bene seguire e le difficoltà cui si può andare incontro. Nulla di più.
- CONTENUTI: Il tema è desunto da Agenda2030 ed in particolare parliamo di goal6: Acqua Pulita. Il formatore mostrerà articoli, dossier, video, libri, tutti rigorosamente certificati da Indire e Asvis (vedi sito: https://scuola2030.indire.it/) quindi usabili senza pensieri.
- TECNOLOGIE: Qui il formatore si concentrerà sull’implementazione pratica e tecnologica della flipped classroom, in particolare mostrerà l’uso di Edmodo (o equivalenti) per la condivisione dei contenuti, Office 365 (o equivalenti) per la consegna online degli elaborati, e il salvataggio offline su pendrive di un video su youtube per quegli alunni che non avessero internet a casa. Niente dibattiti quindi sulla classe capovolta: solo le informazioni necessarie per farla funzionare.
Per chi volesse approfondire questo MODULO SU ACQUA E AGENDA 2030 qui c’è un mio contributo.
Qui invece un mio contributo sulla metdologia PROJECT BASED LEARNING e lingue classiche
Qui un altro mio contributo su FLIPPED CLASSROOM e grammatica inglese
Qui un altro mio contributo su AGENDA 2030 e STORYTELLING
Qui ancora su LINGUE CLASSICHE, PLAUTO e STORYTELLING
Questi dunque erano spunti molto operativi il cui vantaggio, ripetiamo, è quello di fornire una METODOLOGIA chiara, dei CONTENUTI attendibili e verificati e una TECNOLOGIA sostenibile. Naturalmente è possibile organizzare corsi e workshop con tale approccio!
Per organizzare workshop intensivi o corsi di formazione su questo tema scrivere a info@designdidattico.com
Emiliano Onori
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