Come insegnare in modo innovativo e possibilmente coinvolgente le discipline classiche? I modi sono molti, specie quando si parla di quel tesoro di testi che è la letteratura antica. Questa volta vedremo una delle metodologie didattiche più coinvolgenti per i ragazzi, vale a dire lo Storytelling, ed una delle sottotipologie più diffuse: l’intervista impossibile!
Innanzi tutto: cosa è in due parole lo Storytelling Didattico? E’ una metodologia didattica attiva che mira a insegnare e a far apprendere mediante il racconto di storie. Se ci pensiamo essa è la forma più antica di apprendimento, sia a livello individuale (tutti noi da bambini abbiamo appreso alfabeto, stagioni, colori tramite brevi storielle o filastrocche narrative) sia a livello storico e collettivo, l’uomo infatti ha da sempre (o quasi!) sentito il bisogno di raccontare. Ma perchè raccontiamo? Le risposte sono infinite, potremmo dire che raccontiamo per sentirci “accolti” dentro una comunità; il racconto è come una “coperta” che ci protegge dal caos dell’ignoto. Sapere di iscriversi dentro un orizzonte di senso ci dà sicurezza. Per paradosso (ma nemmeno troppo) potremmo persino azzardare a dire che noi esistiamo “prima” come racconto (il desiderio di noi da parte dei nostri genitori) che come realtà biologica (la nostra nascita fisica), e continueremo ad esistere anche “dopo” il termine della nostra esperienza biologica, sempre come “racconto-ricordo” presso i nostri posteri. In altre parole quanto Heidegger diceva a proposito del linguaggio (noi siamo “parlati” dal linguaggio, non “parliamo”), potremmo dirlo anche a proposito della narrazione: noi siamo “immersi” nelle narrazioni.
Bene, come trasformare tutto questo in esperienza didattica? Attraverso una delle tante sottospecie di Storytelling vale a dire l’intervista impossibile (nel nostro caso a Plauto, ma ogni autore di cui ci sia una sufficiente antologia può andar bene). Vediamo subito una scheda operativa:
Idea di Fondo: piuttosto che far ripetere, più o meno meccanicamente, agli studenti una serie di informazioni apprese dal libro di testo (e se va bene dall’antologia in lingua), si chiede loro di raccontare una storia (in questo caso nella forma di intervista) che abbia al suo interno i contenuti appresi. Non quindi un racconto/intervista di pura invenzione, al contrario una storia che abbia come vincoli i nodi concettuali che riteniamo importanti di un autore, di un’opera, di un fenomeno. Sgombriamo quindi il campo dal pregiudizio che lo Storytelling sia una sorta di generica, improvvisata ed ingenua esperienza di scrittura più o meno creativa; si tratta al contrario di un testo che, a dispetto di una certa libertà “letterale”, nasconde un controllo e un attento riferimento ai testi antologici. In altre parole vogliamo raggiungere i medesimi risultati (conoscenza del profilo artistico-letterario) della didattica tradizionale, mediante però un tragitto diverso (e ci si augura meno noioso!)
Requisiti: conoscere il profilo di Plauto con particolare riferimento a 3/4 nodi concettuali che il docente ritiene fondamentali
Obiettivi Didattici: conoscere concetti: concetto di contaminatio, eredità del modello comico greco, fissità dei personaggi, tipo di comicità, impianto degli intrecci. Saper rintracciare tali concetti nell’antologia proposta. Riformulare tali concetti sotto forma di intervista all’autore (o, perchè no, ai suoi più noti personaggi)
Obiettivi Trasversali: lavorare in gruppo, effettuare ricerche online (in caso di brani antologici non presenti nel libro di testo), scegliere materiale iconografico (in caso di corredo di immagini), usare editor di testi (online e/o non), rispettare le consegne, lettura espressiva
Fasi di lavoro in classe: scegliere (insieme al docente) un brano antologico nel quale sia presente uno dei contenuti richiesti (concetto di contaminatio, eredità del modello comico greco, fissità dei personaggi, etc.), elaborare una domanda la cui risposta sia la spiegazione, in termini sintetici e non specialistici, del concetto scelto (e.g. “Sig. Plauto, come mai le sue trame sono, perdoni la franchezza, tutte uguali? E non le sembra di aver ecceduto un pò troppo nel plagio…ehm…nell’imitazione dei suoi modelli greci?”)
Fasi di lavoro in gruppo a casa: realizzare l’intera intervista proseguendo il lavoro iniziato in classe. Eventualmente corredare l’intervista di un sintetico corredo iconografico (3/4 immagini). Eventualmente registrare in forma di podcast l’intervista stessa
Tempi: i tempi dipendono dai temi che i ragazzi devono “rintracciare” dall’antologia e quindi dalla lunghezza presunta dell’intervista (per esperienza servono almeno 3 cartelle). Visto lo studio tendenzialmente autonomo della letteratura, si consiglia un lavoro di gruppo
Vantaggi: un lavoro di questo tipo presenta diversi vantaggi: i ragazzi devono comunque confrontarsi con una selezione di nodi concettuali che in ogni caso avrebbero dovuto studiare ed apprendere (in tal senso lo Storytelling non è una forma di diminutio); la restituzione dei contenuti avviene in una modalità meno formale rispetto a quelle tradizionali, quella cioè dell’intervista, ed in tal senso lo studio della letteratura latina può fungere da rinforzo alla tipologia testuale dell’articolo di giornale. Da ultimo: se si affianca alla redazione del testo anche una serie di espansioni come: reperimento di immagini, pubblicazione online, aggiunta di audio, allora le competenze di natura trasversale possono decisamente essere incoraggiate o rinforzate.
Spunti ed ispirazioni: Visto che la forma “intervista impossibile” può risultare nuova a più di un docente, di seguito alcune “celebri” interviste.
https://www.youtube.com/watch?v=y7HkeMWCOvk
Qui invece il testo per eccellenza (e il canale youtube dedicato)
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Emiliano Onori
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