CONTESTO PNRR: In questi giorni molti gruppi di lavoro PNRR stanno lavorando per la progettazione dei futuri ambienti di lavoro: next generation classrooms e labs. In particolare sono le classi la sfida più complessa dal momento che, in genere, i laboratori risultano essere ambienti di più facile e tradizionale progettazione. Ma come “cambiare il 50%” delle classi, specie per le discipline umanistiche?
TROPPA TECNOLOGIA: Il rischio è molto semplice: data l’entità del finanziamento si finisce per riempire le classi di tecnologia nel complesso inutile specie per discipline come quelle linguistiche, letterarie e storico-filosofiche. Escludendo i contesti scolastici privi in classe di notebook e lim (o proiettore), si può considerare che per la didattica quotidiana, anche digitale e integrata, non siano necessarie ulteriori device oltre quelli menzionati. Potrebbe esserci la necessità di qualche notebook per gli studenti, magari in forma di carrelli mobili, ma in generale immettere troppa tecnologia, specie per gli ambiti umanistici, potrebbe essere un intralcio più che un guadagno, oltre che una spesa decisamente ingente.
CAPOVOLGERE L’APPROCCIO Proviamo dunque a capovolgere l’approccio vale a dire a chiedersi non “che tecnologia mi serve” ma piuttosto “che ambiente mi serve” per innovare la didattica? Le risposte potrebbero stupirci. Potremmo scoprire, ad esempio, che per favorire la collaborazione tra gli studenti possano servire gli arredi, i pannelli al muro per i brainstorming, i raccoglitori per i materiali cartacei, scaffali o librerie per le biblioteche di classe. E le tecnologie? Certo, in alcuni casi (ancora nel complesso sporadici), potrebbe esserci la necessità di un visore ar/vr, di una fotocamera 360, ma poi? Di fatto con una buona connessione ad internet, un portatile (o fisso) e una superificie di proiezione (lim, proiettore, schermo retroilluminato), si possono svolgere il 90% delle attività didattiche, anche digitali, non sono nelle classi “umanistiche” ma anche in quelle “scientifiche”
ARREDI Ecco quindi che, specie per l’asse umanistico, gli arredi e la configurazione delle aule sono forse più strategici delle tecnologie digitali in sè. Arredi come banchi mobili, cattedre con ruote, armadi per risorse analogiche, spazi per scrittura (ad esempio pannelli dove scrivere, installati per tutta la lunghezza di una parete), pannelli magnetici dove organizzare brainstorming e attività collaborative e creative, questi arredi potrebbero davvero cambiare il setting di classe.
APP Ma gli arredi potrebbero non bastare. E allora una tecnologia davvero “abilitante” può essere quella delle tantissime app didattiche che, in genere con poco sforzo da parte dei docenti, riescono a coinvolgere gli studenti in modo attivo e spesso anche divertente. App per quiz interattivi (kahoot), per slide collaborative (mentimeter), per la costruzione di contenuti (padlet), per la mappatura di immagini e video (thinglink), per lo sviluppo della creatività (genially), possono davvero fare la differenza, più di una tecnologia che, da solo, poco può fare.
OSTACOLO: Quale è allora l’ostacolo? Al momento è più che altro la percentuale di acquisiti fattibile, come è noto, infatti, la percentuale del 60% per device digitali può essere aumentata ma non diminuita, mentre quella del 20% per gli arredi non può essere modificata. E questo è un grande peccato, specie perchè si ritiene che siano l’hardware a cambiare il setting didattico e non il resto, come: arredi, app etc.
COSA FARE: a questo punto ci si chiede: come operare scelte adeguate? Le risposte sono tante e variano in base al contesto. In generale un consiglio potrebbe essere quello di investire risorse sulle specificità di una scuola piuttosto che sulla diffusione di tante tecnologie più o meno utili. Ad esempio: al posti che investire migliaia di euro nell’aggiornare notebook e/o lim in buono stato, si potrebbe pensare di dirottare i finanziamenti su ambiti più specifici come stampanti 3d, visori ar/vr, robot didattici. Naturalmente ogni scuola dovrà valutare il setting più adeguato in base alla dotazione già presente e al personale capace di sfruttarla al meglio
FOCUS SU CLASSI UMANISTICHE: in un prossimo contributo ci dedicheremo all’approfondimento di focus specifici per classi “umanistiche” vale a dire contesti legati in particolare all’insegnamento dell’italiano, delle lingue, della storia, geografia e filosofia.
Emiliano Onori
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